perché Davide Lazzaretti

Arcidosso 6 novembre 1834 – Bagnore 18 agosto 1878

Siamo riuniti sotto il nome di questo personaggio storico ispirati dalla straordinaria esperienza di progetto comunitario che attorno alla sua persona si è sviluppato nel territorio del Monte Labbro negli ultimi decenni del 1800. Il progetto di Lazzaretti guida alcuni dei più centrali obiettivi della nostra cooperativa di comunità a partire dalla creazione di una rete a maglie strette che unisca gli abitanti del nostro comune. Questa rete ci permetterà di lavorare in sinergia nel territorio e grazie a ciò che questo offre, partendo da quello che ci caratterizza come comunità.
Come il gruppo riunito intorno a Lazzaretti, proviamo a divergere dalla direzione dominante mettendo al centro la cooperazione e i bisogni della comunità. Valorizziamo le capacità di ognuno, trasformando le peculiarità in ricchezza alla portata di tutti.

Scrive Padre Ernesto Balducci nel libro «Il sogno di una cosa» anche in riferimento all’esperienza di Davide Lazzaretti:

“Nessun cambiamento è da ritenersi positivo se obbedisce soltanto a ragioni economiche e tecnologiche, senza introdursi con rispetto, nella struttura antropologica che un gruppo umano ha ereditato da secoli … la cultura popolare, quella che sembrava relegata in archivio, contiene in sé prospettive che, invece, sono del tutto misurate sulle nuove dimensioni della nostra responsabilità storica … nelle memorie sommerse si nascondono messaggi adatti per il futuro … “

La descrizione che Balducci fa dell’esperienza comunitaria del gruppo giurisdavidico ricorda e ispira le finalità del nostro progetto cooperativo:

“Rovinati dagli effetti dell’economia di mercato, generalizzatisi in Italia dopo la sua unità, i contadini reagirono creando una comunità (…) segno di una possibilità che, se attuata, avrebbe radicalmente sovvertito la gerarchia dei privilegi. (…) C’era la dimostrazione tangibile di come l’uomo possa vivere non in competizione con l’altro uomo, ma in una libera cooperazione, in una festosa condivisione dei beni della terra e dei beni dello spirito”.

Se oggi siamo capaci di sognare un futuro senza continuità con il presente, totalmente diverso da quello che ci viene prospettato dai costruttori di storia, è proprio perché è in quella umanità scomparsa che le nostre radici affondano.