riserve naturali

foto: pierpaolo simonelli
Escursioni nei Parchi Naturali
la visita alla Riserva Naturale Pescinello necessita la prenotazionela, chiamare Niccolino – 333 135 0610
la visita alla Riserva Naturale Bosco Rocconi esclusivamente sabato e domenica su prenotazione, chiamare Sonia – 370 370 3832 o Fabio – 320 822 3972

Roberta Margiacchi

Ci sono angoli del nostro Paese che conservano intatti i loro valori, sia in termini di tradizioni e stili di vita, quanto nell’ambiente naturale, come l’alta valle del fiume Albegna, nella Toscana meridionale. Se ci allontaniamo dalla costa maremmana, salendo per strette strade tortuose, si apre un paesaggio fuori dal tempo: imponenti rocce calcaree a formare gole e dirupi, in mezzo a boschi e coltivi delimitati da siepi centenarie. Minuscoli borghi arroccati, carichi di storia e ignorati dalle cronache, punteggiano un territorio dove esistono ancora il buio e il silenzio.

Ben tre Riserve Naturali distanti pochi chilometri una dall’altra e racchiuse da una vasta Zona a Protezione Speciale (ZPS) e Sito di Importanza Comunitaria (SIC), testimoniano il valore ambientale e la straordinaria biodiversità di questa valle.

La Riserva Naturale Monte Labro, dall’alto dei 1193 m. della vetta omonima dal brullo paesaggio lunare, unisce la suggestione dell’occhio a quella più intima che lo elegge a luogo di culto dall’età del bronzo, a principale teatro delle vicende della comunità Giurisdavidica fondata da Davide Lazzaretti, il “profeta dell’Amiata”, un secolo e mezzo fa, fino alla odierna comunità Zdog Chen di fede buddista, che ne occupa le pendici settentrionali.

Dalla sommità delle rovine della torre giurisdavidica, mentre lo sguardo si perde tra i rilievi dell’Appennino alla costa, fino alle isole del Parco dell’Arcipelago Toscano, si possono compiere interessanti osservazioni sulla flora e la fauna della Riserva Naturale (616 ha).

Le praterie rocciose rivestono infatti particolare importanza per la presenza di numerose specie ornitologiche rare o minacciate, come l’albanella minore (Circus pygargus), il rapace dall’elegante volo planato qui presente in primavera ed estate con numerosi esemplari, tanto da costituire il principale nucleo nidificante della Toscana.  Si possono osservare anche il falco lodolaio, la poiana, l’astore, lo sparviero e il biancone, oltre a molte specie di graziosi passeriformi come il fringuello alpino, il sordone o l’ortolano, dal caratteristico richiamo. Tra le specie botaniche è da non perdere la copiosa fioritura della Viola etrusca (endemismo delle montagne della Toscana meridionale) e delle varie specie di minuscole orchidee spontanee (Dactylorhiza maculata fuchsii, Anacamptis morio, ecc). Tali pascoli, che rappresentano un ambiente prioritario per la comunitaria Direttiva Habitat, sono stati oggetto di specifiche misure di tutela.

Poco più a sud, scendendo lungo la valle dell’Albegna, a circa 800 m di altitudine, incontriamo la Riserva Naturale di Pescinello: alberi monumentali, giganteschi aceri e tigli centenari, oltre a cornioli e agrifogli, nati come per magia tra le pietraie di rocce calcaree o solitari in mezzo ai pascoli ne compongono il paesaggio da fiaba. Sopra ai costoni rocciosi non è raro osservare il volteggio di numerosi rapaci, come poiana, biancone e nibbio reale, mentre sull’intero territorio (149 ettari) che digrada verso il fiume sono presenti numerosi mammiferi, tra i quali la martora e il lupo. Nelle piccole pozze di acqua o negli antichi abbeveratoi si possono ancora osservare in primavera alcune specie anfibie di interesse comunitario (Direttiva CEE 92/43) e inserite, data la loro rarità, nelle Liste rosse italiane, come e il tritone crestato (Triturus carnifex) e l’ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), un piccolo rospo dalla curiosa colorazione dell’addome, che esibisce per spaventare gli aggressori.

Scendendo ancora verso valle, a sud del borgo medievale di Roccalbegna, il fiume Albegna e il suo affluente Rigo hanno inciso profonde e spettacolari gole e dato vita alle imponenti pareti calcaree che caratterizzano il paesaggio della Riserva Naturale di Bosco Rocconi. Nei 371 ettari dell’area protetta, la presenza di corsi d’acqua privi di inquinanti e l’impervio ambiente roccioso, contornato da fitto bosco, costituiscono l’habitat ideale per fauna e flora di particolare interesse. Regno incontrastato di numerosi rapaci, come il falco pellegrino, l’allocco e il barbagianni, spicca la presenza del rarissimo falco lanario e del maestoso biancone, o aquila dei serpenti, entrambi tra le specie minacciate a livello europeo. I pinnacoli rocciosi, colonizzati da una flora rupicola con numerose specie rare, sono frequentati anche dal passero solitario e, in inverno, dal grazioso picchio muraiolo. E se l’autunno offre le spettacolari colorazioni delle chiome, data la varietà di specie arbustive e arboree, in primavera si assiste alla fioritura di ben 28 specie di orchidee spontanee e al volo di numerosissime farfalle, tra le quali la rara Zerynthia polyxena. Tra gli anfibi di interesse comunitario (Direttiva CEE 92/43) troviamo anche il tritone crestato e la salamandrina dagli occhiali, e tra i numerosi rettili il cervone, la testuggine e la Coronella girondica. Il territorio della riserva è densamente popolato da molti mammiferi: oltre a cinghiali, caprioli, daini e lepri, sono presenti il ghiro, la martora, il tasso, il lupo e l’elusivo gatto selvatico.