la valle del fiume Albegna

Il fiume Albegna tra due pareti verticali di pietra
foto: federica bicocchi

Franco Minucci

La valle del fiume Albegna, quella nel territorio compreso tra i comuni dì Semproniano e Roccalbegna, è un posto selvaggio, incontaminato che parla alla sensibilità dell’anima e tocca le corde emozionali del cuore!

Ricca dì fauna e flora tipicamente mediterranea è ideale per effettuare gite giornaliere per chì ama la natura, vuole perdersi nella sua pace e tranquillità e sa apprezzare i silenzi dì un sistema ambientale integro (e rimasto tale nei secoli), segreto, sconosciuto, come sospeso.

È arrivando nella zona delle “Strette” che la bellezza del luogo esalta al massimo i sentimenti dì ammirazione e meditazione intorno alla natura capace di mutarsi ma nello stesso tempo preservarsi intatta e misteriosa.

La zona delle “Strette” è così chiamata perché il letto del fiume, restringendosi tra due alte pareti verticali di pietra, forma, tra loro comunicanti, alcuni specchi dì acqua limpida e fredda in cui i visitatori più coraggiosi, nel periodo estivo, si tuffano per fare il bagno.

Dalla zona delle “Strette” risalendo verso il paese di Roccalbegna, lungo la riva destra del fiume si incontra, alla confluenza del fiume Rigo con il fiume Albegna, la parte finale della riserva naturale del “Bosco Rocconì” dì pro-prietà del WWF.

È nel punto ìn cui confluiscono appunto tra loro i due fiumi che, seguendo il corso del fiume e alzando lo sguardo a sinistra, sì può vedere la caratteristica frazione di Rocchette dì Fazio, antico borgo medievale con storie e misteriose leggende sui templari. La riserva è ampiamente e ben descritta su ìnternet con interessanti articoli riguardanti la sua genesi e la sua attuale offerta che prevede, tra l’altro, anche gite al suo interno effettuabili su prenotazione anche per scolaresche e piccoli gruppi dì persone.

È strano e nello stesso tempo semplice capire come sia naturale vivere e appropriarsi di questo territorio selvaggio, ma nello stesso tempo amico e accogliente, e come si sia pervasi da un senso di rispetto e di protezione verso la natura che cì circonda, timidi e paurosi dì offenderla nel calpestarla.

È qui infatti che la flora e la fauna trovano la loro massima esaltazione, dove esistono alberi antichissimi, tante varietà dì piante e dì fiori tra cuì le bellissime e numerose orchidee e una grande e folta popolazione dì piccoli e grandi animali.

Appena si lascia, a malincuore, il “Bosco Rocconi” si nota, alla sua destra, una cava dismessa di marmo rosa che si sviluppa lungo una ripida parete. Un tempo la cava era molto importante tanto che con il suo marmo dì qualità venne decorato originariamente l’interno della sede centrale dell’ufficio postale di Grosseto e un grande palazzo nobiliare dì Napoli.

È risalendo verso Roccalbegna che il pensiero ci porta nei pressi della sua sorgente che nasce appunto alle spalle del paese. Quì, sul ponte del fiume che divide in due il centro abitato, il passante si ferma volentieri, affascinato da questa natura aspra e selvaggia, ad osservare, curioso, il fiume, carsico, che appare e scompare tra i grandi massi e la vegetazione del suo letto.

Viene cosi, spontaneo domandarsi come non si sia mai pensato dì creare, anche qui, un percorso lungo il fiume che partendo dalla sua riva sinistra, costeggiandola, arrivi alla gora del “Mulino di Mezzo”, importante costruzione che ricorda scorci di storia del vissuto paesano. Nel periodo primavera-estate, superando il letto del fiume, con la sistemazione di alcuni sassi, si potrebbe così risalire fino alla chiesa della “Madonna del Soccorso” e poi arrivare alla “Porta dì Maremma” completando un percorso piacevole e turisticamente interessante intorno al Paese. Non sembrerebbe un progetto faraonico dai costì insuperabili e cì permettiamo dì suggerirlo alla attuale Amministrazione e alla Pro Loco, importante istituzione che, per statuto, è preposta alla tutela, valorizzazione e sviluppo del capoluogo e del suo territorio. Se il paese vivesse in simbiosi con il fiume e realizzasse il progetto suddetto potrebbe creare un ulteriore motivo dì attrazione turistica da affiancare alle tante ricchezze artistiche/culturali e alle tradizioni che gìà possiede unitamente alle sue eccellenze enogastronomìche.

Proseguendo il nostro, viaggio, come sopra detto, è poi possibile arrivare anche alla sorgente del fiume che gli appassionati escursionisti raggiungono seguendo più sentieri tutti di media difficoltà. È su questo territorio, riconosciuto, di particolare interesse ambientale, che le varie associazioni di trekking possono trovare, infatti, piena soddisfazione nel praticare il loro sport avendo come punto dì riferimento per la partenza delle varie escursioni il paese di Roccalbegna. Il borgo purtroppo vive ancora e solamente radicato ad una civiltà contadìna con la popolazione rimasta che dimostra ancora di avere un forte attaccamento alla sua terra che però non è sufficiente a ridargli vigore e vita. La bellezza, del territorio, infatti, non è garanzia, da sola, di futuro se non sì hanno iniziative utili per sfruttarlo adeguatamente.

II lettore avrà notato come questo mio articolo, nel presentare la Valle, non abbia seguito un percorso lineare come nelle escursioni organizzate nei minimi particolari dai vari soggetti istituzionalmente preposti a ciò. Chiedo scusa dì questo, ma senza volerlo, scrivendo, ho rivissuto il fascino e l’emozione come la memoria me la riproponeva e così, nel presentarla, sono passato a trattare sia la sua bellezza attuale che quella futura, auspicabile.

pubblicato nel Maremma Magazine di Luglio 2019